Catalunya

01/10/2017: REFERENDUM DAY FOR THE INDEPENDENCE OF CATALUNYA

(IL GIORNO PIU’ LUNGO)

Tutto inizia alle ore 5.45 del mattino quando mi reco, in qualità di “International Visitor”, all’indirizzo dell’Istituto Balmes di Barcellona, sede del seggio indicatomi nella riunione della serata precedente dal comitato ICEC (International Commission of European Citizens) “http://www.icec.ngo“.

Alle 6,30 una leggera pioggia bagna il folto gruppo di persona che presidiano il seggio dalla notte precedente, ci sono molti giovani studenti, ma anche adulti ed anziani.

Il motivo della loro presenza me lo dicono chiaramente: aspettiamo da un momento all’altro, forse tra due ore, la policia civil che verrà ad impedirci di votare.

Con me ci sono altri due osservatori internazionali inglesi che rimangono all’esterno dei seggi, mentre io mi accordo col nostro referente catalano ed entro, dove ci sono donne, ragazze, ragazzi ed altri osservatori internazionali che arrivano dalla Francia e dal Belgio.

Verso le 08,00 sono arrivati un ragazzo ed una ragazza, accompagnati dagli applausi della gente, con il materiale necessario per il voto, urne, elenchi degli elettori ecc.

In quel momento sono entrati anche i nostri osservatori inglesi.

I coordinatori hanno fatto appena in tempo a mettere a posto i tavoli, le sedie e a posizionare il materiale quando dal mormorio e dal battimani della gente fuori si è capito che stava avvenendo ciò che avevano previsto: l’arrivo della guardia civil spagnola, non sono i Mossos d’esquadra!

Prendo coscienza che il “mio seggio” è il primo di tutta Barcellona ad essere preso di mira dalla “carica” della guardia civil, ed incomincio a fotografare, filmare, e ad avvisare tutto il gruppo degli osservatori internazionali della situazione di pericolo.

Fin da subito hanno incominciato a strattonare le persone, portandosele di peso, ed è sicuramente volata anche qualche manganellata, ( lo scoprirò dopo, quando un ragazzo entra sanguinante), la gente fuori voleva sedersi per terra ma non ci riusciva e questi individui bardati di tutto punto in tenuta antisommossa, non usavano certo alle buone maniere, contro persone inermi, donne ed anziani.

Ad un certo punto, come dimostrano i video e le foto che ho realizzato, la ragazza che coordinava i referenti, è costretta ad aprire la porta, prima che gli agenti della “policia civil”, passino a maniere forti, come faranno poi in altri seggi.

In un attimo passano al setaccio tutto, ci filmano col telefonino e sequestrano tutto il materiale, per fortuna senza usare violenza, anche perché in presenza di “osservatori internazionali”, che in qualche maniera fungono da deterrente.

Fuori all’unisono si sentono le persone gridare “VOTAREM”, mentre il “braccio armato del regime” sparisce col “bottino di guerra”.

Rimangono solo le ambulanze a soccorrere i feriti e tanta tristezza nei cuori.

Noi rimaniamo ancora per un’ora, forse un’ora e mezza, accogliendo le persone che vengono indirizzate ad altri seggi vicini, dove la guardia civil non è ancora arrivata.

Arrivano anche le televisioni per documentare i fatti, ma ormai la bufera era passata, forniamo le nostre testimonianze amareggiati e disgustati per quello che era appena successo, sgomenti e consapevoli che in quel momento la democrazia europea stava morendo.

Ma lo spirito di indipendenza è duro a morire, i nostri referenti ci dicono, adesso andiamo a vedere che cosa succede negli altri seggi, il gruppo degli osservatori si divide per tentare di coprire più sedi possibili, rimaniamo in quattro, prendiamo la metro e ci spostiamo all’Istituto Ies Serrat Y Bonastre, una marea di gente per strada sotto la pioggia che aspetta pazientemente il turno per andare a votare, riesco a fare una foto ad una donna di 103 anni che ha appena votato, tutti la applaudono!

Penso che probabilmente dove c’è un così grande assembramento di persone i “marziani” non si faranno vedere, la mia è solo una speranza…

Ci spostiamo ancora, altro seggio, all’Istituto Monserrat, anche qui tanta gente, entriamo e ci rimaniamo per un’ora, forse un’ora e mezza, per fortuna tutto procede regolarmente, ho potuto notare che più di una persona anziana votava con le lacrime agli occhi.

Mi si stringe il cuore e al contempo provo una grande ammirazione per questo popolo che dimostra una dignità esemplare. Per me è una grande lezione di civiltà contrapposta ad una palese sopraffazione di forza bruta, la forza di un regime che in nome di una “falsa democrazia” impedisce alle persone di esprimere con un voto la propria volontà.

Di una cosa però sono sicuro, in base alla mia esperienza, ed in base alla esperienza di quelli che come me hanno condiviso questa missione di testimonianza, non riuscirò mai a perdonare in vita, gli individui che hanno usato violenza contro persone inermi, tanto meno quelli che, in nome di assurdi ed atavici dogmi legislativi sopprimono la volontà di libertà di un popolo con sistemi primordiali, e quelli che giustificano o peggio condividono queste forme di repressione.

Se ci sarà una possibilità di esistenza dopo la morte, testimonierò in eterno e pretenderò GIUSTIZIA!


Link ai video:









 



A memoria.

Romeo Ceccato.

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